DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE CONTRO CORONAVIRUS FASE 2

Ma cosa sono i dispositivi di protezione individuale e come scegliere quelli giusti?, proviamo a capirne di più insieme. Il governo promuove l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale fino a quando non saranno disponibili terapia e vaccino.

I Dispositivi di Protezione Individuale sono attrezzature utilizzate per tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori (guanti, occhiali, visiere, mascherine, maschere facciali filtranti, scarpe, ecc.). Le mascherine per proteggere le vie respiratorie sono diversi in base allo scopo per cui devono essere impiegati. La protezione è garantita dalla capacità filtrante dei dispositivi in grado di trattenere le particelle aero disperse, per lo più in funzione delle dimensioni, della forma e della densità, impedendone l’inalazione. Abbiamo già parlato di mascherine in un altro articolo che potrai trovare qui: MASCHERINE ANTI CORONA VIRUS.

E’ il caso, perciò di richiamare quanto il governo consiglia, quando ci si trova in una condizione di esposizione agli agenti biologici. In attesa del nuovo decreto ci atteniamo al Decreto 18/2020 (Cura Italia). L’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale (DPI) è raccomandato quando, nonostante l’applicazione delle misure di prevenzione e protezione collettive, i rischi di contagio non sono eliminati o ridotti a livelli accettabili e devono essere ulteriormente contenuti.

Dal Decreto 18/2020 (Cura Italia)

L’articolo 16 stabilisce, che per i lavoratori che nello svolgimento della loro attività siano oggettivamente impossibilitati a mantenere la distanza interpersonale di un metro, sono considerati dispositivi di protezione individuale (DPI), le mascherine chirurgiche reperibili in commercio, il cui uso è disciplinato dall’articolo 34, comma 3, del Decreto 9/2020 (Misure urgenti di sostegno per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da Covid-19), ferma restando tutte le disposizioni in materia di sicurezza sui luoghi del lavoro.

Nella circolare si ricorda che il citato articolo 34, comma 3, del Decreto 9/2020 prevede che, in coerenza con le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e in conformità alle attuali evidenze scientifiche, gli operatori sanitari possano utilizzare le mascherine chirurgiche quale dispositivo idoneo di protezione.

Mascherine Personalizzate

Il secondo comma del citato articolo 16 consente invece, a tutti gli individui presenti sul territorio italiano, che devono comunque rispettare le disposizioni sul distanziamento sociale e tutte quelle regole introdotte in via precauzionale a causa dell’emergenza da Covid-19, di utilizzare a scopo precauzionale mascherine filtranti che per la loro destinazione non sono configurabili né come dispositivi medici (DM) né come dispositivi di protezione individuale (DPI) e per le quali non si applicano le procedure valutative dell’articolo 15.

Il contatto con gli agenti biologici può avvenire in vari modi: attraverso la pelle, le mucose, le vie aeree, l’ingestione accidentale o per via parenterale anche tramite morsi, graffi e punture di insetti.

Quanto è necessario usare i dispositivi di protezione individuale?

È necessario quindi, utilizzare i DPI specifici più idonei a prevenire le diverse modalità di infezione:

  • protezione del corpo
  • protezione delle mani
  • protezione degli occhi
  • protezione delle vie respiratorie

Protezione delle vie respiratorie
I DPI per le vie respiratorie sono diversi in base allo scopo per cui devono essere impiegati; l’obiettivo però è sempre evitare o limitare l’ingresso del coronavirus nelle vie aeree. La protezione è garantita dalla capacità filtrante dei dispositivi in grado di trattenere le particelle aero disperse, per lo più in funzione delle dimensioni, della forma e della densità, impedendone l’inalazione.

Il nuovo coronavirus può essere trasportato in aria attaccato a particelle solide o liquide (bio aerosol) in grado di rimanere in sospensione per periodi di tempo variabili a seconda delle dimensioni. Pertanto, nello svolgimento di attività che potrebbero causare dispersione di bio aerosol, è necessario utilizzare i DPI per le vie respiratorie per prevenire il rischio di esposizione agli agenti biologici patogeni. Alcuni esempi di attività lavorative a rischio sono: le attività sanitarie a contatto con pazienti affetti da malattie infettive a trasmissione aerea, le attività zootecniche, alcune procedure condotte nei laboratori biologici e microbiologici, il lavoro presso impianti di trattamento di rifiuti solidi o liquidi e la manutenzione e bonifica di impianti idrici e di climatizzazione.

I DPI più utilizzati

I DPI più utilizzati per la protezione delle vie aeree sono le semimaschere filtranti monouso che soddisfano i requisiti richiesti dalla norma tecnica UNI EN 149:2001 (Semimaschere filtranti antipolvere – Requisiti, prove, marcatura). Questi sono dispositivi muniti di filtri che proteggono bocca, naso e mento; si suddividono in tre classi in funzione dell’efficienza filtrante: FFP1, FFP2 e FFP3.

Le lettere FF sono l’acronimo di “facciale filtrante”, P indica la “protezione dalla polvere”, mentre i numeri 1, 2, 3 individuano il livello crescente di protezione (bassa > 80%, media > 94% e alta > 99%). In presenza di contaminazioni elevate o di agenti biologici estremamente pericolosi come quelli di gruppo 4 (per es. virus delle febbri emorragiche), potrebbe essere necessario isolare completamente l’operatore dall’ambiente esterno impiegando autorespiratori che forniscono aria diversa da quella dell’ambiente di lavoro.

In virtù del fatto che, in mancanza di una norma specifica, sono riconosciute valide le certificazioni CE di Tipo rilasciate da un Organismo Notificato, attualmente sono disponibili dispositivi per la protezione delle vie aeree dagli agenti biologici di gruppo 2 e 3, come DPI di III categoria che non rispondono alla norma UNI EN 149, ma sono dotati di certificazione CE di Tipo.

Per le attività sanitarie, veterinarie o di laboratorio e, comunque in presenza di pazienti, animali o campioni biologici potenzialmente infetti da microrganismi a trasmissione aerea responsabili di patologie gravi quali meningite, tubercolosi ecc., è raccomandato l’utilizzo di maschere intere con protezione P2, aventi capacità filtrante pari almeno al 95%, perdita di tenuta non superiore al 10% ed efficienza di filtrazione dei microrganismi del 94%. Nell’esecuzione di particolari procedure assistenziali che possono aumentare il rischio di dispersione nell’aria di secrezioni respiratorie (es. broncoscopie, aerosolterapie) è raccomandabile dotarsi di protezioni aventi efficienza filtrante P3.

Non sono DPI le “mascherine chirurgiche” o “igieniche” sprovviste di filtro di cui alla norma UNI EN 14683, comunemente impiegate in ambito sanitario e nell’industria alimentare. Queste infatti appartengono alla categoria dei dispositivi medici e non proteggono l’operatore, bensì il paziente o l’alimento dalle possibili contaminazioni.

Al termine della procedura di valutazione del rischio, nel DVR dovrà essere indicato il DPI da indossare (facciale filtrante, semimaschera, maschera a pieno facciale, autorespiratore). I facciali filtranti monouso non dovrebbero essere riutilizzati e devono essere scartati se danneggiati, sporchi o contaminati da sangue o altri fluidi biologici; quelli riutilizzabili devono essere sanificati prima di essere nuovamente indossati.

Gli indumenti da lavoro d’altra parte, non sono DPI (tute, camici, ecc.) e non proteggono il lavoratore dai rischi specifici, servono per lo più ad evitare di sporcare o contaminare gli abiti civili e devono essere tolti quando il lavoratore abbandona l’area di lavoro, riposti separatamente dai normali indumenti e, se necessario, disinfettati, puliti o sostituti.

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